La compartimentazione anticendio è una misura di prevenzione contro gli effetti di un eventuale incendio all’interno di un edificio. La stessa è una procedura dettata dal decreto ministeriale datato 30 novembre 1983, nei diversi articoli del quale si vanno a definire i vari aspetti legati alla prevenzione antincendio, comprese le misure di sicurezza che vanno adottate, nonché i segnali di avvertimento che obbligatoriamente devono essere esposti all’interno dei locali. Uno di questi aspetti, sicuramente tra i più importanti, è proprio quello legato alla compartimentazione antincendio.
La compartimentazione antincendio viene definita all’interno dello stesso decreto. Con questo termine si indica, per spiegarla in parole semplici, un sistema di suddivisione degli ambienti fatto in modo tale che ciascuno di essi risulti essere separato rispetto agli altri da determinati materiali che evitino la propagazione degli incendi, oltre che dei fumi e dei gas che agli stessi possono essere correlati. La necessità di suddividere in compartimenti un edificio è legata, come si specifica sempre all’interno della normativa, all’esigenza di andare a proteggere l’interno dell’ambiente e il suo contenuto, parliamo dunque del mobilio, degli elementi di arredo, di eventuali strumentazioni di lavoro se si tratta di uffici o di fabbriche e via dicendo. Naturalmente la finalità è quella di preservare non solo gli oggetti ma anche chi si trova fisicamente all’interno di quei locali, favorendone l’evacuazione in totale sicurezza.
La compartimentazione ha lo scopo non solo di garantire una rapida fuga a chi si trova all’interno del locale interessato dall’incendio, ma serve anche ad agevolare le operazioni di soccorso da parte dei vigili del fuoco. Grazie alla compartimentazione non si ragiona su unici spazi, magari anche molto ampi, come poteva accadere una volta, ma su ambienti più piccoli e ciascuno appositamente isolato rispetto all’altro. Molto interessante e decisamente funzionale è anche l’inserimento tra un ambiente e l’altro di quelli che vengono definiti ambienti filtro. Un filtro, come si legge nello stesso decreto, è un ambiente a prova di fumo che può essere collegato a uno o più locali immediatamente adiacenti, ma solo tramite porte che siano anch’esse dotate di appositi congegni di chiusura automatica. In pratica, questi ambienti filtro devono andare a garantire una perfetta separazione tra una stanza e l’altra.
La legge prevede che la compartimentazione antincendio debba interessare ogni tipo di ambiente, senza distinzioni legate all’utilizzo dello stesso. La suddivisione può dunque andare a distinguere locali adibiti ad uso diverso, come un ufficio e un magazzino, oppure un bagno e una cucina. Naturalmente ogni ambiente presenta un rischio di essere interessato da un eventuale incendio che può essere maggiore o minore rispetto a quello di altri locali. Il tutto dipende molto dalla tipologia di materiali o di attrezzature che si trovano al suo interno. Ecco perché gli ambienti che sono ad immediato contatto con quelli più a rischio devono essere protetti nel migliore dei modi e la compartimentazione è il sistema più efficace per creare il corretto isolamento. Del resto la stessa suddivisione in più ambienti tramite compartimentazione è già una sicurezza nella limitazione di quella che potrebbe essere invece una rapida propagazione degli incendi.
Tra le varie parti di un edificio interessate dalla compartimentazione, senz’altro occorre prendere in considerazione anche le scale. Escludiamo ovviamente quelle esterne, che non sono coinvolte nella normativa sulla compartimentazione antincendio degli edifici, e parliamo invece delle scale interne. Anche queste, come il vano che funge da filtro, devono essere preservate tramite apposito isolamento dell’ambiente che le contiene. Esattamente come il vano filtro, anche le scale interne devono essere collegate al resto della struttura esclusivamente tramite porte che siano resistenti al fuoco. La legge prevede inoltre che le stesse scale siano accessibili da piccoli ambienti scoperti o in alternativa chiusi, ma a prova di fumo. Questo vale per ogni piano da cui si raggiungono le rampe.
Non tutti sono a conoscenza del fatto che quando si parla di compartimentazione si fa riferimento a diversi sistemi di suddivisione degli ambienti che possono essere di tipo verticale oppure orizzontale. La compartimentazione orizzontale consiste nella realizzazione di appositi solai antincendio, mentre quella verticale si attua ponendo in opera delle pareti tagliafuoco, che siano dotate se necessario anche di passaggi con porte, le quali devono essere allo stesso modo resistenti al fuoco e garantire dunque un medesimo livello di compartimentazione.
Le distanze di sicurezza sono un altro elemento chiave della normativa sulla compartimentazione, uno dei punti salienti dei quali occorre tener conto. La legge prevede infatti che vengano rispettate le distanze di sicurezza minime tra un edificio e l’altro nel momento in cui in uno dei due vengono svolte attività pericolose dal punto di vista del rischio incendi che le stesse potrebbero comportare. Tutto ciò riguarda ad esempio tutte quelle fabbriche in cui è molto alto il rischio che possa verificarsi un’esplosione, come ad esempio quelle in cui si producono fuochi d’artificio.
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